Work life balance: cos’è?

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work life balance: cos'è?

Viviamo tutti delle vite frenetiche, fatte di mille attività, preoccupazioni, doveri.
Tutti i giorni ricopriamo tanti ruoli: essere genitore; essere figlio/a; professionista; amico/a… e ognuno di questi ruoli ci richiede presenza.

Cosi ci troviamo spesso a rincorrere le cose da fare o a farci trascinare.
Per concludere che abbiamo tante, troppe cose nelle nostre giornate.

E cosi succede che tutti ci diciamo, almeno una volta al giorno: “ma come faccio a fare tutto?
O che, pur correndo tutto il giorno, ci rendiamo conto di posticipare (o rinunciare) a qualcosa a cui teniamo da tempo.
O ancora ci ritroviamo esausti perché le nostre energie non sono abbastanza per i nostri programmi.

Work life balance: definizioni

Quando si parla di Worklife balance e si cerca una traduzione italiana corrispondente di solito si utilizza l’espressione conciliazione tra vita e lavoro.

Personalmente non amo molto questa traduzione, anche se – indubbiamente- mette in evidenza un aspetto importante: dietro la questione si nasconde un “conflitto” per cui è necessaria una “mediazione”. Considerando che sia la vita che il lavoro riguardano noi, la sensazione di avere un conflitto (una guerra) in corso, in cui noi rappresentiamo entrambe le controparti è un vero problema perché vuol dire che – da qualche parte – siamo sempre perdenti!

Ecco perché non amo particolarmente la traduzione italiana: perché mette al centro il problema.

La definizione inglese – invece – richiama a ciò che possiamo ottenere se riusciamo a gestire efficacemente la situazione: possiamo sentirci balanced.
Il che richiama la sensazione di centratura su noi stessi ed equilibrio che è il vero tema: quando ci troviamo in questo stato di benessere percepiamo di essere al posto giusto, nel modo giusto per noi. Non è nulla che abbia a che fare con la perfezione, ma con la sensazione che ciò che facciamo parla della persona che siamo in questo momento.

Avrete senz’altro capito che non è semplice dare una definizione di worklife balance:  è un tema molto personale e soggettivo e riguarda tanti ambiti, strettamente correlati tra loro.

Dopo tanti anni di condivisione ed esperienza con le persone su questo argomento, sono arrivata a formulare una mia definizione : il worklife balance è uno stato mentale ed emotivo nel quale sostenibilità, connessione con se stessi, benessere e qualità sono in armonia tra loro.

Welfare Aziendale 

Anche se il worklife balance può sembrare una questione che interessa esclusivamente le persone, in realtà è un tema che riguarda ampiamente anche le Aziende, per una serie di motivi:

  • la dimensione del lavoro (una delle dimensioni più importanti per il worklife balance) per moltissime persone si svolge in Azienda, che perciò è il luogo (fisico o virtuale) nel quale succedono fatti che creano benessere o malessere alle persone
  • lo stato di benessere o malessere diffuso tra le persone che lavorano in una data Azienda, ha fortissimi impatti sulla produttività e sulla qualità dei prodotti / servizi offerti sul mercato
  • le Aziende possono intraprendere iniziative che favoriscono oppure ostacolano il benessere ed il worklife balance delle persone. Lo fanno quotidianamente quando definiscono gli orari di lavoro, i turni, l’organizzazione del lavoro, la mensa ecc. Lo fanno anche quando scelgono il colore di cui dipingere le pareti.
  • la soddisfazione professionale non riguarda solo la retribuzione ma – soprattutto- elementi che caratterizzano il luogo di lavoro come le relazioni tra i colleghi, il riconoscimento (non solo economico) del proprio lavoro, la possibilità di imparare e crescere professionalmente.

Ecco perché credo che il Welfare Aziendale rappresenti per l’Azienda quello che il worklife balance rappresenta per le persone.

E qui non si tratta di utopie o ideali. Si tratta di condizioni e attività che rendono funzionante e produttiva un’Azienda, valorizzando ciò che ha di più prezioso: le persone.

Smart working

Fino a qualche mese fa, solo in pochi sapevano che cosa fosse lo smart working: oggi la maggior parte di noi sa di che cosa si tratta.

Da marzo 2020 praticamente la totalità delle attività di servizio svolte dalle Aziende si è “spostata” tra le pareti domestiche e tutte le persone che prima andavano in ufficio tutte le mattine hanno sperimentato che cosa voglia dire lavorare da casa.

Pensate che a dicembre del 2019 avevano attivato una qualche forma* di smart working

  • il 50% delle Grandi Aziende
  • solo il 25% delle PMI

*in molti dei casi che rientrano in questa statistica, le Aziende in questione permettevano ai dipendenti di lavorare da casa per uno o due giorni al mese.

Anche se lo Smart Working non è solo questo, la flessibilità di tempi e luoghi di lavoro è certamente uno strumento che può agevolare di molto la gestione delle incombenze domestiche e familiari. Naturalmente, sto pensando alla situazione di vita “normale” con scuole funzionanti, attività sportive a regime e occasioni di incontro e relazione quotidiane.

D’altro canto, lo Smart Working nella versione che stiamo sperimentando ora crea tutta una serie di altre problematiche: la suddivisione degli spazi domestici (che sono anche spazi di lavoro), l’impossibilità di delegare alcune incombenze ad altre persone o strutture, il carico di cose da fare che aumenta, la mancanza di “propri spazi e tempi” di svago.

Una delle sfide per i prossimi mesi – sia per le persone che per le Aziende – sarà individuare i metodi e le formule migliori per trarre da questa modalità di lavoro il massimo dei vantaggi reciproci, facendo tesoro dell’esperienza “forzata” che abbiamo appena fatto: perché diventi un’occasione di miglioramento del benessere personale e dell’innovazione aziendale.

Dopo una lunga esperienza aziendale maturata su temi commerciali e nell’ambito delle risorse umane, ho scelto di costruire autonomamente la mia strada. Come Coach supporto le persone nel realizzare i propri obiettivi personali e professionali su svariati temi: il miglioramento del proprio work-life balance; lo sviluppo di nuove idee di business; la gestione di “momenti di svolta” professionale; la realizzazione personale. Amo farlo utilizzando un mix di struttura e creatività nella convinzione che ognuno di noi abbia ciò che serve per costruire la vita che desidera #BefullyU è il nome del mio progetto e rappresenta la mia vision: aiutare le persone a realizzare pienamente se stessi.