Rapporto di coppia: nascita, crescita, fine

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Rapporto di coppia

Un rapporto di coppia è un legame che nasce per scelta, cresce per scelta e finisce per scelta.

È quel legame prezioso che può accompagnarci nella vita, ovvero in quella strada in cui possiamo passeggiare, correre, arrancare, cadere, zoppicare.

È quella strada che può essere in discesa o in salita.

È quel viaggio attraverso il quale possiamo imparare a compiere il viaggio stesso.

Quando decidiamo di vivere quest’avventura accanto ad un partner, tutto può diventare più nutriente, arricchente, meno stancante o faticoso o, al contrario, può arrivare a demolire la strada stessa.

Vediamolo insieme attraverso il percorso che va dalla nascita alla possibile conclusione di un legame sentimentale.

La nascita di un rapporto di coppia

Generalmente un rapporto di coppia viene innescato da un qualche tipo di attrazione e curiosità nei confronti dell’altro.

Due persone non a caso si incontrano, si piacciono, decidono di frequentarsi e di approfondire la conoscenza, fino ad arrivare a dirsi “sono innamotat* di te” (o, in alcuni casi, a chiudere la relazione).

Dico “non a caso” perché di fatto, tra tutte le persone che giornalmente incontriamo, non ci innamoriamo di una persona qualunque bensì di quella che presenta delle caratteristiche ben precise, che ci piacciono e attirano la nostra attenzione.

Questo accade perché dentro di noi abbiamo un modello ideale di partner sia dal punto di vista fisico, che comportamentale, che caratteriale ed è lì che la nostra attenzione si poggia.

Tutto ciò sta ad indicare che, seppur inconsapevole, l’innamoramento è comunque una scelta che dipende solo da noi.

A volte scatta come un vero e proprio colpo di fulmine che, spesso e volentieri, viene scambiato per amore quando, in realtà, è uno stato emotivo completamente diverso.

L’innamoramento può essere infatti paragonato a una fiamma, che si accende velocemente e brucia scoppiettando con fervore.

Si tratta di un turbamento emotivo che ci travolge e di fronte al quale spesso ci sentiamo quasi inermi.

Al contrario l’amore è come la brace: calda, ricca di energia al suo interno tanto che può emettere luce, ed è necessario prendersene cura per far sì che non si spenga.

È proprio il desiderare di prendersene cura che ci porta a capire quanto anche l’amare sia una scelta, ma questa volta consapevole.

È una scelta che ci porta a volerci concentrare con presenza e costanza sulla persona che è in relazione con noi.

Un rapporto di coppia può quindi nascere da un innamoramento iniziale che poi viene, attraverso una decisione di impegno volontario delle parti, trasformato nell’unione di sentimento e ragione, ovvero in amore, ma può anche accadere che due persone scelgano di stare insieme senza prima essersi innamorate e questo non vuol dire che non si amino, anzi, significa proprio che hanno deciso consapevolmente di dedicarsi l’uno all’altro – e di riflesso a sé stessi – per conoscersi in maniera approfondita, sostenersi, costruire qualcosa in due.

L’amore richiede che entrambi i partner scelgano di amare: solo così può infatti iniziare una relazione di coppia sana e matura.

Come mantenere buono il rapporto di coppia

L’amore è quel sentimento che vive e si manifesta attraverso la presenza, la cura, l’attenzione, l’apertura, la fiducia, l’interesse, l’ascolto….

L’amore ci richiede onestà.

Va istruito con l’unica promessa reciproca di volersi sempre prendere la responsabilità di se stessi e del proprio benessere.

L’amore per sé porta inevitabilmente ad amare l’altro, in quanto ci porta a sceglierlo giorno dopo giorno non per bisogno ma perché lo desideriamo.

Amare noi stessi ci rende capaci di istaurare il paradosso del libero legame che vive nel “sto con te (legame), perché lo voglio (libero)”.

Alla luce di questo, credo che la ricetta magica per mantenere buono il rapporto di coppia nel tempo, e non solo questo, sia scegliere di vivere nell’energia dell’amare.

Come esseri umani abbiamo a disposizione, oltre che ad esserne caratterizzati, cinque piani di evoluzione crescente che si possono applicare anche alla coppia, attraverso i quali possiamo rendere concreta quest’energia.

Vediamoli insieme:

Il primo piano è quello fisico-materiale nel quale vivono la presenza verso l’altro e gli accordi di relazione.

  • Sei presente, attraverso il tuo corpo, con il tuo partner?  E viceversa?
  • Parlate insieme? Può contare su di te? E tu su di lui/lei?
  • Vi ascoltate reciprocamente?

Nella convivenza ci sono degli accordi che portano serenità ed equilibrio sul piano materiale, quello quotidiano: le spese, le faccende domestiche, la parte economica?

Il secondo piano è quello della sessualità, nel quale vive lo scambio attraverso uno spazio di intimità e di vicinanza fisica

  • Senti piacere a stare con il tuo partner?
  • Esiste la sessualità tra di voi?
  • Ti piace fare sesso con il tuo partner? E’ attraente per te?
  • E’ piacevole e gioioso stare con lui/lei?

Il terzo piano è quello emotivo nel quale vive il sentire le emozioni

  • Sei coinvolto dal partner?
  • Provi dei sentimenti? Delle “buone” emozioni edificanti e nutrienti per il tuo cuore?
  • Provi amore ed affetto?

Il quarto piano è quello intellettuale nel quale vive il “fare insieme”

  • Hai dei progetti in comune con il partner?
  • Condividete idee reciproche?
  • Volete creare (ancora) qualcosa insieme?

Fare progetti insieme, dal più semplice a quello più proiettato nel futuro, dà vita a un gioco di squadra che permette una grande evoluzione della coppia.

Il quinto piano è quello spirituale dove vive l’Essere

  • Sai qual è il vostro senso, la finalità del vostro stare insieme?

Nessuno di questi livelli è “sacrificabile”, pena uno sbilanciamento dell’equilibrio su cui si fonda il rapporto di coppia.

L’unione, a meno che non ci sia un accordo condiviso in merito, non può che risentire della mancanza di uno – o più – di essi e spesso è proprio lì che si nasconde “l’inizio della fine”.

Se la relazione viene via via vissuta in modo abitudinario, con scarsa attenzione, senza prendersi cura di quello che emerge, come ad esempio eventuali difficoltà nel vivere concretamente questi piani, è difficile che ci si renda conto di cosa manca o di cosa può essere migliorato e che si possa di conseguenza rimediare.

In questo modo, nel tempo, non solo possiamo arrivare a precluderci la relazione, ma possiamo anche perdere la grandissima opportunità di conoscere meglio noi stessi e di migliorarci.

A volte è quindi la mancanza di presenza e cura che indebolisce il legame e in questi casi di fatto il rapporto viene lasciato finire.

Altre volte invece il legame può essere sciolto in maniera consapevole, in quanto ci si rende conto che non c’è più una visione comune e condivisa all’interno dei piani citati.

In qualsiasi caso, i cuori in collegamento soffrono se non riescono a procedere insieme.

Una promessa d’amore che non ci trova sempre alla sua altezza, una diversità di preparazione per proseguire il sentiero, pretese e regole personali che vogliono far da padrone, smarriscono la coppia.

Personalmente ritengo che quando ci si sente frustrati con il proprio partner, sia responsabilità nostra interrogarci per chiederci se stiamo veramente favorendo il cammino insieme, o se al contrario per qualche motivo, lo stiamo contrastando.

È responsabilità nostra smettere di accusare l’altro o di obbligare noi stessi a stare dove non è più il nostro posto.

La cosa certa è che la relazione di coppia va rispettata SEMPRE, anche quando sta finendo.

Anzi, questa fase, andrebbe vissuta come un’opportunità per osservarci, per prendere consapevolezza di noi, per imparare e crescere.

Cosa succede quando finisce una relazione

Alla luce di quanto visto fino ad ora possiamo dire che, se la relazione si conclude durante lo stato dell’ innamoramento, questo potrebbe lasciare in entrambi o in chi “subisce” la decisione, un grande senso di vuoto che può arrivare fino alla disperazione.

Questo perché in questa fase vivono forti la dipendenza e la fusione.

Qui non siamo tanto coinvolti dall’altro quanto dall’idea che di lui/lei ci siamo fatti.

E siccome nelle nostre fantasie con questa persona avevamo da vivere una vita da sogno, ecco che quando la realtà bussa alla porta, quando iniziamo a notare che non è divina come pensavamo ma è “semplicemente” se stessa ovvero una persona vera con la sua storia, le sue ferite, i suoi desideri e bisogni, le sue paure, quando insomma passa dal “sei ciò che ho sempre desiderato” al “non sei come pensavo”, in noi nasce una profonda delusione.

Praticamente finisce l’illusione che ci eravamo fatti, e quello che più desideriamo in questi casi è mettere uno spazio tra noi e lei.

Generalmente lo facciamo accusandola di non essere ciò che volevamo, senza renderci conto che in definitiva abbiamo fatto tutto da soli.

Se al contrario la relazione era  basata sull’amore ci si trova in una situazione diversa.

La coppia qui di fatto era tenuta unita dalla scelta condivisa di amare e nell’amore chi dà, lo fa con un giusto equilibrio che lo porta a non perdere nulla di sé stesso.

Nell’amore, infatti, le due individualità non si fondono l’una nell’altra: rimangono distinte e si nutrono a vicenda in un percorso di mutua crescita.

In questi casi generalmente le relazioni finiscono o perché i partner, ad un certo punto comprendono di volere per se stessi e per la relazione cose diverse, o perché via via, presi da tante cose, smettono di coltivare il “noi”.

In definitiva in quest’ultimo caso l’amare viene messo in stand-by.

E questo li porta sempre più a concentrarsi su di loro come singoli, diventa prioritario il me rispetto al noi.

La conseguenza è che non si fanno più progetti comuni, si smette di essere affettuosi, non si comunica più in modo onesto e aperto,  non si ha più voglia di sorprendere, non si sente più il bisogno di intimità…

In questi casi ci si trova praticamente davanti ad un bivio che ci richiede o di riprendere ad amare, dopo aver compreso se ci sono ancora interessi, progetti, valori e sentimenti da condividere, o di concludere il rapporto nel caso quel terreno comune non fosse più praticabile.

Nel primo caso, nel momento in cui riuscissimo a ricontattare profondamente dentro di noi  quell’amore che ancora ci appartiene, quando l’affetto alberga nel cuore ed è nobile, coinvolgente e ci può far star bene, allora è il momento di darsi da fare, di riprendere la mano del nostro/a partner per re-impegnarci a far funzionare una relazione che ha ancora qualcosa da dare ad entrambi.

Per capire se valga veramente la pena ricominciare è fondamentale guardarsi dentro, osservarsi in profondità per comprendere i propri bisogni e desideri.

Prendersi cura di sé è un passaggio necessario prima di potersi prendere cura della relazione, che altrimenti resterebbe sempre un po’ zoppa e a rischio di caduta.

E se dentro di noi trovassimo invece la consapevolezza di voler porre fine al rapporto, lo potremmo fare con coscienza sapendo che, nell’allontanamento dall’altro, non perderemo parti di noi.

Sapere e sentire, che anche se una relazione finisce, non significa che non sia stata un’esperienza di valore, ci dà quella motivazione di ricercarne il significato profondo, quell’insegnamento che spetta solo a noi cogliere, interiorizzare e integrare nel nostro percorso di consapevolezza personale.

Sono Advanced Professional Counsellor, Positive Think, Consellor in Biologia Karmica, Coach, Trainer di Pensiero Positivo. Facilitatrice avanzata Psych-k e Chinesiologa Emozionale. Sono moglie, mamma di Matteo e Claudia e di due cani Ziva e Turco