Come migliorare il rapporto di coppia

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Come migliorare il rapporto di coppia

La parola coppia, lo sappiamo bene, definisce l’unione di due persone “legate da un rapporto amoroso o dal vincolo coniugale” (Enciclopedia Treccani).

Semplice: due persone… che ci vorrà mai!? Sono solo due modi di vedere il mondo, due schemi di abitudini, due carichi di aspettative e due essere umani.  In realtà, mai come in questo caso il numero due è rappresentativo di così tante cose quanto quelle che abitano la coppia. È un due che si fa beffe della matematica, un due ciccione che diventa dieci e anche mille.

Scrivo queste righe mentre Netflix scorre immagini di serie tv con saghe famigliari, coppie che scoppiano e segreti inconfessabili pronti a fare capolino: non sono altro che conflitti dilanianti, relazioni comunque destinate a un lieto fine.

Copioni prevedibili scritti da qualcun altro che ci fanno compagnia in giornate grigie o serate pigre mentre ci assopiamo annoiati. Il risveglio che poi ci aspetta ci chiede di essere noi autori ed attori delle nostre vite, produttori del lungometraggio della nostra coppia.

Fuori di metafora, chiunque viva una relazione a due ne conosce bene ogni piega che la rappresenta così come l’impegno libero e quotidiano per poterne garantire non solo la sopravvivenza ma la felicità nella sua essenza, per ciascuno.

Se fossi l’autore della vostra storia d’amore vi svelerei i segreti di una sceneggiatura vincente, ma siccome sono “solo” una psicologa non posso che condividere semplici riflessioni, come luci che illuminano e orientano sul palcoscenico i passi degli attori che improvvisano con sapiente maestria l’opera omnia della propria esistenza.

Alimentate tenerezza ed ammirazione

L’emergenza sanitaria recente che ci ha costretto a rivedere le nostre abitudini ci ha anche aiutato a riconoscere come il ritmo di vita e la frenesia della quotidianità ci abbia abituato alla disattenzione verso i particolari di vita delle persone con cui siamo in relazione, non escluse le relazioni di coppia.

Spesso tra i partner c’è solo una vaga idea dei desideri e dei pensieri dell’altro: se il marito ama l’arte moderna o meno; quali sono i nomi delle amiche della moglie; quale è il condimento preferito per l’insalata. Sembrano domande semplici, quasi banali, eppure permettono di costruire quella che si può definire la  mappa mentale del rapporto con l’altro, strumento per conoscersi e rassicurare l’altro che “è nei nostri pensieri”. Ogni piccolo particolare che costituisce la mappa è riportato di volta in volta da ciascuno dei partner, sia l’attenzione a non mettere l’aceto nell’insalata sapendo che non è gradito sia la registrazione del programma preferito quando lui/lei rientra troppo tardi dal lavoro.

Essere emotivamente intelligente conoscendo i bisogni e i vissuti dell’altro aiuta la coppia a creare un legame sufficientemente solido per affrontare uniti eventi e conflitti stressanti, un modo per saltare mano nella mano nel buco nero dell’imprevisto.

Essere comprensivi ed esprimerlo all’altro fa breccia nel bisogno di tenerezza ed ammirazione, elementi essenziali nella costruzione di un legame solido e duraturo. È ciò a cui ci si riferisce quando si parla di rapporto di amicizia tra due persone che si amano: il rispetto dell’altro e del sentimento che unisce vale più di qualunque plateale dichiarazione d’amore.

Un’unione, come quella matrimoniale, che non deve prescindere dal piacere di stare insieme fatto di complicità, del sapersi divertire e del condividere la bellezza dei ricordi insieme. La tenerezza e l’ammirazione da sole possono essere fragili e vacillare quando le tensioni hanno la meglio, ma la forza della loro presenza è un ottimo antidoto al disprezzo, acido corrosivo del legame. In sostanza, litigi frequenti senza il riconoscimento del valore e del rispetto del sentimento che ha unito i due all’inizio della storia possono portare al disprezzo reciproco e ad una spirale senza uscita.

E allora, proviamo a domandarci:

  • Conosco i nomi dei migliori amici del/a mio/a compagno/a?
  • Posso descrivere come il/la mio/a partner sogna la propria vita?
  • Conosco le sue principali preoccupazioni che lo/la affliggono on questo periodo?
  • Penso che il/la mio/a partner mi conosca piuttosto bene?
  • Che cosa ricordi/ricordate del vostro primo appuntamento?
  • Che cosa ricordi/ricordate di quel periodo?
  • Molti rapporti attraversano degli alti e bassi. Questo vale anche per voi? sei/siete in grado di raccontarli?

Rispondere a queste domande non è che l’inizio. Fermarsi e verificare le risorse e rifornimenti da fare per affrontare il viaggio nella storia di coppia è il primo passo per partire e affrontarlo senza paure ma con la giusta prudenza.

Avvicinatevi

Il rapporto di coppia è come un essere vivente in continuo movimento o, per dirlo con una metafora più romantica, una danza in cui ciascuno dei ballerini si muove in tempo binario avvicinandosi ed allontanandosi dando vita alla danza stessa. Se guardassimo un video con due ballerini di salsa o di baciata e ne estrapolassimo solo dei frame, non saremmo in grado di capire il senso di ciascun movimento, dato invece dalla musica, dal ritmo e dalla continuità dei singoli movimenti. 1, 2, 3…1, 2, 3…

Danza è vicinanza e lontananza, dipendenza e autonomia. Così è la coppia, che evolve e cresce muovendosi tra i due estremi con sinuosità e seduzione.

Avvicinarsi permette così ai partner di sentirsi, di condividere e di fidarsi.

Se non è da tutti saper ballare e farlo bene (non c’è bisogno di paragonarsi a Fred e Ginger), ciascuno di noi, invece, è capace delle piccole cose di ogni giorno verso l’altro che permettano di non darsi per scontati o di affossare il sentimento sotto la polvere dell’abitudine.

Sono quelle semplici azioni di aiuto reciproco e romanticismo senza le quali gesti più eclatanti come cene a lume di candela o vacanze da capogiro sarebbero prive di significato. Questo è il motivo per cui quando una coppia è in difficoltà non sono sufficienti gesti plateali ma sporadici: se non c’è una solidità alla base di vicinanza, un singolo tentativo non è sufficiente ad avvicinarsi, anzi spesso porta l’effetto contrario perché ritenuto non autentico.

Se stai pensando a quali potrebbero essere questi gesti, te ne suggerisco qualcuno:

  • Vi raccontate come è andata la vostra giornata?
  • Chi prepara la cena?
  • Vi siete mai sostenuti in un programma di miglioramento come iscriversi in palestra o a un corso insieme?
  • Vi sentite mai durante la giornata?
  • Avete mai fatto attività di volontariato insieme?
  • Partecipate entrambi alle attività scolastiche dei vostri figli?
  • Programmate viaggi insieme?
  • Avete scelto programmi o serie TV da guardare insieme?
  • Quale è stata l’ultima cosa che avete progettato insieme?
  • Avete l’abitudine di festeggiare insieme eventi importanti?
  • Ritagliate dei momenti per divertirvi insieme?

Nelle domande, ho ripetuto spesso la parola insieme, non perché rappresenti una formula magica da pronunciare per garantire la sopravvivenza di una coppia felice, ma perché definisce l’unità e la compattezza del legame e nel contempo lascia spazio all’individualità di ciascun componente. Provate a dire INSIEME: IN (la voce si contrae) – SIEME (e si lascia andare il respiro). Ecco che si ripete la danza: vicino – lontano, per appartenersi.

Risolvete i problemi… risolvibili

Siamo arrivati fino a qui per dire come una relazione di coppia sia un processo continuo di aggiustamenti alla ricerca di un equilibrio dinamico che faccia stare bene entrambi i partner; questo significa che non esiste coppia che non abbia affrontato dei conflitti o delle difficoltà durante il suo ciclo di vita.

Spesso una buona strategia da attuare di fronte ad un problema nella relazione di coppia è quella dell’empatia: il mettersi nei panni dell’altro permette così di comprenderne le intenzioni e le aspettative per non cadere nella trappola dell’ostruzionismo e del rifiuto. Quando il livello del conflitto è elevato ed entrambi i partner sono molto coinvolti è molto complesso riuscire a sospendere il giudizio e provare ad immedesimarsi nell’altro.

Vi ricordate quando correvate dalla mamma per raccontarle qualcosa di importante che vi era successo tutti presi e agitati e lei per prima cosa vi diceva “calmati, fai un bel respiro e poi mi racconti tutto”? Lo stesso accade quando le emozioni come la rabbia, la delusione o la paura ci sopraffanno e non ci permettono di essere sufficientemente lucidi da comprendere cosa sta accadendo a noi e nemmeno all’altro.

Che fare? Seguire il consiglio della mamma.

Prima calma te stesso e aiuta il tuo partner a fare lo stesso. È  il primo tentativo di deporre le armi, di guardarsi senza doverle impugnare per difendersi, di dire all’altro che ci interessa e che siamo capaci di guardare oltre il conflitto. Occorre darsi un tempo, che è quello della decompressione emotiva e della scelta di chi può calmare chi: anche questo è un percorso di conoscenza reciproca e non un contratto da stabilire a priori.

Due persone calme e lucide sono così in grado di trovare un compromesso che funzioni. È importante dare valore a questo passaggio: concordare un punto di incontro non significa che qualcuno debba perdere qualcosa di se stesso, piuttosto entrambi i partner nell’incontrarsi rinunciano ad una dimensione vitale della propria individualità a favore di una nuova e più funzionale come parte della coppia stessa.

Essere così in grado di avvicinarsi all’altro anche nella difficoltà permette di mostrarsi tolleranti ed accoglienti verso i suoi difetti. La stessa amorevole cura che si dedica agli amici deve così essere rivolta anche a chi si ama: la sterile lamentela verso supposti o reali difetti non porta altro che al rimuginino su ciò che non funziona nella coppia accompagnando entrambi in un inutile e distruttivo cul-de-sac. La vicinanza di cui parlavo precedentemente permette di affrontare senza paura il confronto con l’altro portando il proprio stato d’animo, senza giudizio e in modo costruttivo sul terreno di gioco (o forse dovrei dire “di danza”?).

Superate i blocchi

Ci sono questioni importanti e profonde che portano la coppia ad un vero e proprio blocco: si tratta di divergenze che si costituiscono come veri e propri malanni psicologici e che hanno origine nella storia personale a famigliare di ciascun partner.

Sono blocchi ad esempio quelle situazioni in cui è difficile trovare soluzione come il credo religioso differente o la scelta individuale di avere dei figli o meno. Sbloccare in tal caso significa spostare il conflitto dalla risoluzione al dialogo, fino a riuscire a parlarne senza stare troppo male.

I blocchi, poi, non son tutti uguali perché portano con sé simboli e significati differenti; per poter trasformare un blocco in una occasione di crescita è fondamentale capirne la causa. Una visione romantica, inoltre,  descrive i blocchi sintomi di come sogni non realizzati o non reciprocamente rispettati che generano così frustrazione e risentimento. Sono correnti sotterranee di cui la maggior parte delle volte nessuno è consapevole e di cui è visibile solo una parte.

Ma di cosa sono fatti questi sogni?

Innanzitutto, possono agire su più livelli. Alcuni sono più pratici come, ad esempio, voler risparmiare una certa somma; altri sono più profondi e rimangono nascosti ,mentre quelli più frivoli li nascondono e si fanno notare con più insistenza.

Nessun sogno è negativo all’interno di una relazione ma può influire  in modo significativo se le aspettative di uno o dell’altro sono differenti e finiscono per essere disattese. Quando poi i sogni non vengono espressi e rispettati si trasformano in battaglie simboliche come una coppia che si trova ai ferri corti sull’uscire a cena tutti i sabato sera, sebbene il problema alla base abbia a che fare con qualcosa di più profondo che una cena al ristorante. Magari il sabato sera in famiglia ha un ruolo importante nella vita di entrambi i coniugi, ma con connotazioni differenti: per uno il piacere ed il relax di un pasto fuori e per l’altro l’impagabile ricordo della madre che cucinava per tutti in un giorno di festa. Il significato simbolico? Il bisogno di amore e tenerezza per entrambi.

Le coppie che riescono a superare questi problemi con maestria e, perché no, una certa grazia capiscono che aiutarsi reciprocamente a realizzare i propri sogni è uno degli scopi dello stare insieme a lungo termine.

La parte divertente? Essere curiosi (badate bene non come la vicina di casa che vi guarda dallo spioncino della porta!) e avvicinarsi al vostro compagno o alla vostra compagna con lo sguardo vigile di chi ha piacere di scoprire ciò che si cela nelle pieghe impercettibili dei suoi pensieri. In fondo basta chiedere.

  • Raccontami la tua storia.
  • Cosa significa questo per te?
  • Che cosa provi?
  • Di cosa hai bisogno?

Create nuovi significati condivisi

Quando un uomo e una donna decidono di stare  insieme in una dimensione di progettualità familiare sovvertono le regole della matematica, perché in quel caso 1+1 non farà mai più 2.

Quella semplice somma algebrica, la prima che si impara da bambini e rappresenta uno dei modi di dire l’ovvietà, darà come risultato almeno 3. Tre perché ciascuno porterà all’interno della coppia la sua storia personale e l’unione di quelle due storie ne formerà una terza (quella della coppia stessa) completamente nuova fatta di simboli, riti e significati più recenti o, almeno, rinnovati.

La vita insieme non è fatta solo di compiti e ruoli da rispettare, ma ha anche una sua dimensione spirituale che porta alla ricerca di una vita interiore da condividere, una cultura ricca di simboli e rituali che connettono e che danno senso al far parte di quella famiglia che si è costituita.

Ebbene sì, non parliamo di cultura solo quando ci riferiamo a contesti etnici o geografici differenti, perché anche una piccola realtà come quella di una famiglia (o di una coppia) costituisce una microcultura con le sue tradizioni e usanze (come uscire a cena il sabato sera), i suoi rituali (un brindisi con champagne ad ogni successo lavorativo) o i suoi miti (ciò che ogni coppia si racconta a proposito della propria unione). Spesso non ci si accorge di quanto importante sia la costituzione di una propria cultura famigliare, posto che non significa affatto che tutti i suoi componenti debbano pensare e vedere le cose allo stesso modo, anzi la differenza genera connessioni perché capace di tenere in considerazioni i sogni di tutti (ed in modo particolare della coppia).

Se la vostra è una coppia “navigata” e pensate di aver costruito un solido sistema di significati condivisi non fermatevi e non sedetevi nella comodità delle aspettative già soddisfatte o degli obiettivi raggiunti! La cultura di famiglia è viva in ogni sua declinazione, cresce e muta con lo sviluppo dei due coniugi: non si ferma all’evitare il conflitto ma si fa generatrice.

La sosta è consentita solo per avere il tempo di comprendere e vedere l’altro così come di sentire e descrivere il proprio stato d’animo.

  • Facciamo attenzione a creare rituali che coinvolgano la famiglia a cena?
  • L’ora di andare a letto è un bel momento per stare vicini?
  • Amiamo o detestiamo le ricorrenze speciali?
  • Siamo capaci di riprenderci e stare insieme anche logorati della stanchezza?
  • Condividiamo valori simili dell’essere marito e moglie?

Potrei continuare con molte altre domande, questi sono solo piccoli spunti per darvi appuntamento sulla panchina dei pensieri costruttivi affacciata sulle sponde del fiume in piena della quotidianità di ciascuno.

Non accettate consigli (o forse sì)

Bene, se siete giunti fino a qui vi regalo l’ultimo mio pensiero.

Buttatevi a capofitto nella vostra storia, non temete di starci con tutto il corpo, di sporcarvi le mani e infangarvi i piedi perché il percorso verso la felicità sa essere impervio oltre che capace di regalarvi meraviglie mozzafiato.

Incontrerete molti terapeuti della coppia improvvisati e con camici da saltimbanco, saranno i vostri curiosi vicini di casa o gli amici amorevoli, magari famigliari preoccupati che si prodigano per aiutarvi.

Non ascoltateli.

Ascoltate prima di tutto voi stessi: l’uno e l’altro mentre imparate la vostra danza e la arricchite di salti improvvisati. Guardatevi, ascoltate il vostro respiro e sintonizzate il battito del cuore.

Non perdete tempo chiedendo in giro dritte e scorciatoie.

Sedetevi e non trascurate anche i più piccoli dettagli che vi allontanano. Cercate la vicinanza e giocate ad allontanarvi solo per tornare più ricchi.

Non fatevi prescrivere ricette miracolose.

State nella meravigliosa unicità che siete voi.

E preservatela.

Dott.ssa Sonia Monticelli psicologa psicoterapeuta dell’individuo e della famiglia, da anni collabora con enti e associazioni di Como e provincia in merito alla tutela della famiglia e della genitorialità, con consulenze e progetti nelle scuole.