Basta un piccolo istante per rinascere

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Rinascita - Crescita Personale

Basta un solo istante per perdere noi stessi e una vita intera per cercare di recuperare quello che ci manca. Invece spesso non è così. Anche per rinascere basta un attimo. Un attimo che dedichiamo interamente a noi stessi, in cui ci mettiamo a nudo, ci interroghiamo e capiamo cosa vogliamo realmente dalla nostra vita. Ho conosciuto Sara, un paio di mesi fa. Mi sono innamorata delle sue parole scritte in un post su facebook, perché lei è riuscita realmente a raccontare sé stessa. Mettere nero su bianco le proprie emozioni significa AMARSI ed è per questo che ho voluto che Sara vi raccontasse la sua RINASCITA.

Ciao Sara chi sei e cosa fai?

Sono un essere umano innamorato alla costante ricerca della Bellezza. Quella vera, quella autentica. Quella che spesso si nasconde nella quotidianità e nei piccoli gesti.

Da qualche anno ho scelto di prendere tutta la meraviglia che respiro, ascolto e vivo con tutti i sensi e di farla diventare una parte importante della mia esistenza dando vita a Meraki Photography, grazie al quale celebro e racconto ogni giorno l’Amore e la Bellezza di coppie e famiglie di sognatori e anime gentili attraverso la fotografia per trasformare anche una giornata ordinaria in pura magia.

Mi piace chiamarla “Fotografia d’Amore”.

Il mondo di Meraki Photography è incentrato su ciò che conta davvero e sull’importanza delle piccole cose che rendono la vita straordinaria, come una colazione lenta la domenica mattina o una fiaba letta sul divano un pomeriggio d’inverno.

È un approccio completamente diverso alla fotografia, che si basa su connessioni autentiche e sulla libertà di essere sé stessi, lontano dalle pose forzate tipiche dei servizi “tradizionali”. È essere e non apparire. Senza filtri, senza finzioni. Perché tutti siamo meraviglia esattamente così come siamo, ma a volte ce ne dimentichiamo. Nascono così servizi fotografici molto intimi con un’ode alla lentezza e al rispetto dei propri ritmi, dal sapore decisamente hygge per chi sa scorgere la magia del quotidiano e vuole portarla sempre nel cuore per gli anni che verranno.

Insomma… cerco ogni giorno di costruire un mio piccolo mondo di Bellezza e Amore che profuma di gioia, calore e intimità.

Cosa ti ha caratterizzato per tanti anni?

Conoscere gli altri e le loro infinite sfumature mi ha sempre affascinato, sin da quando ero piccola. Ho sete di storie, di paesi lontani e sconosciuti, di occhi che rivelano paesaggi che non ho mai vissuto.

Questa mia voglia di mondo mi ha spinto a diventare traduttrice e interprete e dopo qualche anno mi ha fatto avvicinare alla fotografia per potermi avventurare in un’altra forma di linguaggio. Un linguaggio universale che mi permettesse di comunicare con ancora più persone (e che mi ha anche fatto un altro grandissimo regalo facendomi conoscere Alessandro, il mio compagno di vita).

Da traduttrice trascorrevo le giornate al computer a immergermi nelle parole degli altri e a farle un po’ mie, scrivevo e poi cancellavo per fare spazio a qualcosa di “migliore”, esattamente come è successo a me e alla mia vita.

Ma un bel giorno qualcosa ha cambiato totalmente la tua vita, cosa è successo?

All’improvviso il mondo mi è crollato addosso con tutto il suo peso e mi ha trascinato giù. Un brutto incidente mi ha costretta a letto per oltre due interminabili anni. Anni di dolore, fisico ed emotivo. Anni senza un supporto economico. Anni di smarrimento.

Non potevo camminare, non potevo stare seduta, non potevo muovermi.

In un solo secondo avevo perso la salute, la mobilità, il lavoro, il sostegno economico, la speranza in un futuro, la “normalità” e ogni forma di indipendenza.
In un solo istante l’avevo persa. Avevo perso la Vecchia Me. Ero assalita da una paura folle di perdere la ragione e la mia ‘luce’.

Avevo perso alcuni cari amici e addirittura familiari.
Paura, frustrazione, senso di perdita e di colpa, agonia, isolamento, impotenza, solitudine, tristezza, ansia, rabbia, fatica, annientamento, annebbiamento mentale… un vortice di sensazioni ed emozioni che mi ha travolta.

Avevo perso ogni riferimento, non sapevo più chi fossi.

La mia vita era cambiata drammaticamente, e insieme a lei tutto ciò che mi circondava, tutte le mie relazioni e la mia percezione delle persone con disabilità e che soffrono di dolore cronico.

Un bel giorno hai visto la luce davanti a te, hai deciso di aggrapparti a quel “quasi”, cosa significa?

È stato proprio lì, quando mi sembrava di aver perso tutto che mi sono aggrappata con tutta la mia forza a ciò che invece era rimasto…

Avevo perso tutto o quasi. E quel “quasi” me lo sono tenuto ben stretto. Era un “quasi” grande, intenso, energico.
E allora ho iniziato a dipingere le mie ferite di oro liquido e mi sono rialzata per onorarlo in tutta la sua forza.

Ho iniziato ad apprezzare ancora di più la Vita e le ‘piccole cose’ di tutti i giorni che si danno per scontate troppo facilmente, come la capacità di camminare, sedersi, fare le scale, pulire casa, farsi una doccia, prendere un bus, ballare, tenere per mano chi si ama…

La mattina, appena sveglia, aspettavo gli uccellini che si affacciavano sul davanzale. Osservavo una signora con un’eleganza di altri tempi che portava fuori il suo cane, con il guinzaglio sempre intonato ai suoi cappotti.
Mi perdevo nei lunghi baci di adolescenti appoggiati a un muretto, nei loro litigi, nelle loro battute chiassose.

Guardavo tutto quello che mi circondava con altri occhi. Lo sguardo si soffermava sulle crepe dei muri, sui disegni dell’acqua quando giravo con il cucchiaino il mio tè. Sui peli di Pedro in controluce la mattina, quando il sole illuminava il letto dove dormicchiava ai miei piedi.

Dopo averne studiato le pieghe e averlo annusato, mi facevo sciogliere lentamente in bocca un acino di uvetta. Mi soffermavo sulla sua consistenza, lo facevo danzare sulla lingua. Come se non ne avessi mai mangiato uno prima di allora.

Muovevo ogni singolo passo con estrema consapevolezza. 
Mi sedevo sul dondolo in terrazza e mi facevo coccolare dai raggi del sole, osservavo i boccioli di peonia che si schiudevano con delicatezza. Andavo in cerca dell’essenza.


Mentre la vita sembrava scivolarmi via tra le dita, è avvenuta la mia rinascita. Sdraiata sul letto guardavo e riguardavo le fotografie di quando tutto andava bene, di quando tutto profumava di “normalità” e spensieratezza… le fotografie delle giornate trascorse insieme alle persone che amo e quelle dei piccoli momenti quotidiani che mi mancavano così tanto.

E allora ho capito. Ho capito di voler regalare agli altri ciò che più mi ha aiutato: ricordi felici da custodire, quelli che profumano di gioia e amore, attraverso la fotografia.

Ho capito di voler celebrare l’Amore, che mi ha salvata, e la bellezza che ci circonda ogni giorno senza che ce ne rendiamo conto: quella delle piccole grandi cose che spesso diamo per scontate ma che ci riempiono il cuore, i gesti quotidiani più forti di qualsiasi dichiarazione d’amore.

Appena sono riuscita a passare almeno qualche minuto in piedi ho preso in mano la macchina fotografica. Come piccoli esercizi di gratitudine, ho iniziato un rituale per ringraziare tutto quello che mi stava intorno. Le lenzuola stropicciate dopo una notte insonne, un piatto sbeccato, un libro dalle parole sbiadite, la luce vibrante di una candela, la trama di un tappeto morbido sotto alla pianta dei piedi. 

Nell’ordinario vedevo una bellezza straordinaria. Non l’avevo mai vista così prima di allora. Fotografavo le mani strette, i piedi che si toccavano sul divano, le colazioni portate a letto.

È stato allora che insieme ad Alessandro ha iniziato a prendere forma Meraki Photography. Era un’idea che già ci affascinava da diversi anni ma che, forse, aspettava un momento buio per poter risplendere in tutta la sua forza. Per trovare la luce.

Senza tutto quel dolore e quella gratitudine sarebbe stato solo uno dei tanti studi fotografici che si concentrano su pose perfette che non hanno niente a che vedere con l’Amore vero.

E così, dopo essermi persa e dopo essermi lasciata quasi annientare, ho finalmente trovato la mia “voce” e scoperto il mio Ikigai.

Ho cercato di costruire un piccolo mondo per riaccendere la speranza, mattoncino dopo mattoncino.

Ho cercato di dar vita a un universo che mi emoziona ogni giorno, che mi regala sorrisi anche nei momenti bui.

Un piccolo mondo che parla anche della mia storia personale. Non nasce dalla “passione” per la fotografia, non nasce dalla voglia di fare “arte”. Nasce da qualcosa di più grande dentro di me.

Cosa diresti alla te stessa di qualche anno fa

Per prima cosa le vorrei dire che è normale disperarsi, nonostante tante voci intorno a lei le facciano credere il contrario. Il suo dolore ha diritto di esistere e di essere riconosciuto.

È normale provare emozioni negative. È tutto normale. Va tutto bene.

La abbraccerei e le direi che è abbastanza, anche quando si limita a passare a letto tutto il giorno.

Poi sicuramente le direi che può cambiare direzione e avere nuovi sogni, che può percorrere strade inesplorate che si discostano da quella che pensava di dover e voler percorrere.

Le chiederei di dimenticare le “etichette” che appartengono al passato e di ripulirsi dalla loro colla appiccicosa.

Le stringerei la mano per darle il coraggio che serve per abbandonare l’idea di dover essere chi è stata fino a quel momento.

E poi la inciterei ad andare là fuori e mostrare agli altri la Bellezza che ci circonda ogni giorno.

Cos’è per te la bellezza?

È difficile descrivere a parole qualcosa che riempie ogni cellula e che si sente sulla pelle. Per me la bellezza ha una potenza così vibrante che ne ho parlato sin dalla prima domanda che mi hai fatto.

Per rispondere sinteticamente, direi che la bellezza più grande la respiro nei piccoli gesti gentili e di cura, quelli che parlano di amore. Un marito che aiuta la moglie a farsi la treccia o ad allacciarsi le scarpe, una cena preparata con attenzione per chi amiamo, una mamma che allatta, un papà che consola il suo piccolo dopo una caduta. Ma anche una porta lasciata aperta per chi deve entrare dopo di noi, i sorrisi con gli occhi, le cicatrici che raccontano storie, un’ombra disegnata sul muro, le foglie di un albero controluce in una giornata di sole, un “grazie” sussurrato.

La bellezza è rinascita, coraggio, espressione di sé senza timore. La bellezza è lo splendore dell’essere.

Dove potete trovare Sara Parenti

Sito internet: http://www.merakiphotography.it/

Facebook: https://www.facebook.com/merakiphotography.sp/

Instagram: https://www.instagram.com/meraki_family_photography/