Girovagando qua è là, online, alla ricerca di libri per il mio bambino, mi è capitato sotto gli occhi un libro dal titolo “100000 mi piace”e per deformazione professionale, ne ho letto subito la descrizione. Non ci ho pensato due volte, l’ho subito acquistato.
Il libro è arrivato, ma l’ho depositato in un angolino, come ormai mi capita spesso per mancanza di tempo. Ho inoltre contattato l’autrice del libro e chiesto se potevo farle un’intervista. Le risposte alle mie domande sono arrivate subito. Ma non avevo voglia di pubblicarle, se non dopo aver letto il libro.
Io credo che c’è sempre un momento giusto per ogni cosa. Infatti così è successo: l’altro giorno mi si è rotto il pc e mi sono ricordata di questo acquisto fatto tempo fa.
L’ho preso, l’ho aperto e per circa 4 ore sono rimasta io, il libro e gli uccellini di sottofondo. Giuro non sto scherzando.
Ho letto “100.000 mi piace” tutto d’un fiato. Ad ogni frase letta si scatenava in me la voglia di voler continuare, di non fermarmi di non rimandare come di solito, purtroppo, faccio nelle mie cose.
Mentre leggevo, sono tornata indietro con gli anni, e mi sono rispecchiata molto. Tante di quelle storie raccontate, hanno fatto parte della mia vita, un passato fatto di dubbi, interrogativi, paure, amarezze, delusioni.
Perché oggi capisco che queste sensazioni non le viviamo solo noi da adulti, ma anche da bambini e da adolescenti. Forse la differenza sta nelle risposte agli innumerevoli interrogativi che la vita vi pone davanti? Non credo.
Durante la mia preadolescenza e adolescenza, tutto intorno a me era buio, nero, terribile. O meglio ero io a veder tutto così. Non ero affatto come i protagonisti del libro che hanno saputo invece riconoscere le proprie paure, i propri problemi e sono riusciti ad affrontarli.
Nel libro c’è tutto. PAURE. QUESITI. RICHIESTE DI AIUTO. DONAZIONI DI AIUTO. SPORT (TANTO SPORT). MALATTIE. BULLISMO. INVIDIA.
Paura di non farcela, di non saper chiedere aiuto, di non saper a chi chiedere aiuto. Poi c’è lo sport che aiuta, che fa riflettere, che fa sentire liberi, che abbraccia adulti e ragazzi.
Infine c’è la voglia di aiutare i più deboli, anche se si un debole agli occhi degli altri perché la forza di far qualcosa di meraviglioso c’è sempre anche quando non c’è la forza di difendersi dai mostri della vita.
Tutto ruota intorno a 3 protagonisti, Laura, Giuseppe e Fabio, che raccontano in maniera diversa gli stessi momenti vissuti durante un intero anno scolastico. Tre personalità diverse che si intrecciano, si cercano, si incontrano e si danno la mano.
L’autrice di questo libro si chiama Aurora ed ha soli 13 anni. Mi ha letteralmente fulminata con questi racconti.
Non le ho mai chiesto perché aveva scelto quel titolo, la risposta l’ho trovata nel libro.
Non vi svelo altro. Riporto qui sotto la bellissima ’intervista che le avevo fatto tempo fa
Ciao Aurora, raccontami di te. Chi sei e cosa fai?
Sono Aurora Vannucci, ho 13 anni, sono una studentessa del convitto Maria Luigia di Parma
(ho frequentato la seconda media), leggo e scrivo moltissimo, pratico il tennis tavolo a livello agonistico (me la cavo)!
Come hai avuto l’idea di scrivere il tuo primo libro? e il secondo?
Ho sempre letto un sacco di libri e quindi volevo scriverne uno mio.
Ho iniziato con dei racconti in terza elementare (che hanno vinto alcuni concorsi), poi abbiamo raccolto i miei racconti in un libro e alla fine della quinta elementare (visto che l’ultimo anno delle primarie era stato stupendo ed emozionante) ho deciso di scrivere un libro che parlasse proprio di quello. I personaggi di “Vorrei la sesta elementare” sono inventati, ma c’e’ dentro anche molto della mia ex classe.
Quali sono stati i premi ricevuti fino ad ora?
Quelli sono tanti. Mi ricordo con emozione il primo che ho vinto: mi hanno premiato a Borgotaro (in provincia di Parma) in un teatro e c’erano un sacco di studenti che applaudivano. Bellissimo!
In che modo pensi che i tuoi libri possano aiutare gli altri?
Credo che i miei libri facciano riflettere chi li legge: io scrivo moltissimo di amicizia, di crescita interiore….. in questo ultimo libro c’è’ una storia vera di bullismo…. insomma, i miei libri sono pieni di “valori”
Quale è stato il complimento più bello che hai ricevuto?
Più che un complimento un consiglio: ho avuto la fortuna di incontrare Susanna Tamaro che, quando ho spiegato che io scrivevo tutto a penna su dei quadernoni i miei libri mi ha detto di continuare così…. di scrivere sempre a penna e solo in un secondo tempo usare il computer… di scrivere di getto quello che mi viene….. proprio come faccio io!
La cosa che più mi ricordo è la partecipazione al Salone del Libro di Torino dove ho visto il mio libro esposto nello stand del mio editore, mi hanno intervistato, ho visitato lo stand di Topolino dove mi hanno fatto un sacco di domande e ho avuto parecchi omaggi. Quel salone era enorme e il fatto che ci fosse anche il mio primo libro mi ha riempito di gioia.
Poi ricordo anche una premiazione avvenuta nella Protomoteca del Campidoglio…. entrare in Campidoglio a Roma, con una sala pienissima di persone, è stata un’ altra bella emozione….
Ricordo anche la prima scuola dove ho presentato il mio libro: l’ Alessandro Manzoni di Verona… ho trovato dei bambini splendidi con cui sono ancora in contatto.