Quando abbiamo fiducia scopriamo che non esistono limiti di alcun genere se non quelli che determiniamo noi stessi. I grandi del passato affermavano che se una cosa la si può pensare allora si hanno anche tutte le carte per poterla realizzare. È un concetto che rassicura, questo, ma è importante comprendere che qualunque sogno o nuovo obiettivo, per potersi realizzare, richiede un certo impegno e una certa fiducia. Fiducia nella vita ma soprattutto in sé stessi. Perché è rassicurante pensare che l’Universo si occupa di noi ma è bene avere chiaro in mente che questo accade in modo più consistente e utile solo se noi ci muoviamo in quella direzione con l’atteggiamento giusto.
Come si costruisce il giusto atteggiamento?
Partiamo dal presupposto che il detto “piove sempre sul bagnato” ci insegna una grande verità. E no, non è quella che sono sempre i soliti quelli fortunati. Questa è la verità che ci viene più comoda. In realtà questo detto popolare ben interpretato ci parla di come le persone con un atteggiamento costruttivo, propositivo e proattivo riescano sempre a cavarsela. Non esiste la vita perfetta, per nessuno. Tutto ciò che accade nelle nostre vite genera un’onda costante e continuativa tra meraviglia, dolore, disperazione, successo, cadute e risalite. La vita è perfetta nella sua imperfezione. Ma quando si impara a cogliere gli insegnamenti dalle esperienze e si costruisce la fiducia in chi siamo e dove siamo allora potremmo accorgerci che piove anche sul nostro bagnato. È un percorso importante che vale la pena fare per poter godere di una maggiore serenità e di un benessere interiore che ci rende più forti e resilienti. Come poter costruire, quindi, la fiducia in sé stessi? Ho provato a delineare 5 possibili abitudini che mi auguro possano essere buoni spunti di riflessione.
Trascorrere più tempo con sé stessi
Se proviamo a immaginare chi sono le persone in cui riponiamo la nostra fiducia, ci rendiamo conto che si tratta di coloro con cui trascorriamo tantissimo tempo e sui quali sappiamo di poter contare perché hanno dimostrato – nel tempo – una certa credibilità. Perché allora non lo facciamo anche con noi stessi? Perché non impariamo a prenderci del tempo per conoscerci meglio, ascoltarci, costruire una buona intimità? Inserire nelle nostre giornate dei momenti di meditazione o di ascolto del nostro essere può essere di grande aiuto. Ci aiuta a stare meno fuori e più dentro prestando attenzione al respiro, alle sensazioni del corpo, ai nostri pensieri. Ci potremmo accorgere di quelli limitanti da lasciar andare e di quelli potenzianti da trattenere. Giorno dopo giorno coltiveremo sempre maggiore fiducia in noi stessi perché ci stiamo conoscendo meglio.
Tenere traccia dei propri successi
Una delle ragioni per cui non abbiamo fiducia in chi siamo e cosa abbiamo fatto è perché abbiamo la memoria corta. O meglio ancora, ricordiamo i nostri errori più dei nostri successi. Un grande aiuto ci viene dalla scrittura: tenere un diario di quel che di buono abbiamo fatto ci consente di costruire una nuova immagine di noi stessi. Un’abitudine, questa, che si può tenere ogni settimana: poche righe per mettere attenzione su una situazione ben gestita, una scoperta che ci riguarda, un’azione ben svolta, una scelta che si è rivelata vincente, una lezione che abbiamo imparato da un errore. Con ogni probabilità scopriremo che siamo delle persone su cui poter contare e che i nostri errori sono inferiori a ciò che di bello abbiamo realizzato.
Definire obiettivi ragionevoli
Come sono gli obiettivi che ci poniamo? Se sono giganti e non prevedono tappe intermedie rischiamo di generare frustrazione e di crollare al primo intoppo. È ottimo avere obiettivi grandi e a lungo termine, ma è importante anche determinare piccoli traguardi intermedi che sono di facile e immediata realizzazione. Questo per due ragioni: la prima è che senza i piccoli passi non esisterebbero quelli grandi e la seconda che la buona riuscita di una fase di crescita fa aumentare notevolmente la fiducia in noi stessi. Ci sentiamo meno frustrati e più credibili anche nei nostri confronti. Siamo i giudici più severi della nostra vita: ecco che allora possiamo smontare questa tendenza al giudizio negativo collezionando tanti piccoli traguardi portati a termine come si deve.
Prendersi cura di sé stessi
Come possiamo pensare di essere felici se non ci amiamo abbastanza? Questa domanda sarebbe da tenere a mente ogni giorno. Siamo bravissimi a trovare il modo di aiutare gli altri mettendoci da parte. Cuciniamo quando siamo in famiglia ma mangiamo qualcosa al volo se siamo soli, permettiamo ad altri di dedicarsi del relax e non ci diamo l’opportunità di fermarci mai. Sono solo due esempi di quel che accade con frequenza nella vita di molti di noi. E se invece cominciassimo ad aver cura dei nostri pasti, e del cibo che ingeriamo, anche quando siamo soli? E se decidessimo che un’ora al giorno è dedicata a noi per svolgere attività che amiamo? Tutto questo ha fortemente a che fare con la fiducia in sé stessi: ci fidiamo di chi rispettiamo. Per questa ragione dobbiamo cominciare a rispettarci per poter costruire il sentiero della fiducia che porta a noi.
Accettare la propria vulnerabilità
Siamo vulnerabili. Fa parte della nostra natura di esseri umani. Non possiamo scegliere se esserlo o meno ma possiamo decidere di accettarlo o meno. Questo è un punto fondamentale. Familiarizzare con la nostra vulnerabilità significa accogliere gli errori, ascoltare le nostre emozioni, essere comprensivi con noi stessi. Si dice che la vulnerabilità sia la nostra vera forza. Ritengo sia vero perché quando accettiamo debolezze e limiti ci predisponiamo all’apprendimento e alla scoperta di ciò che altrimenti non vedremmo. E la conoscenza è sempre un punto di forza: ci fa evolvere come persone, allena la nostra umiltà e ci offre nuove strade costellate di fiducia.
La nostra unicità è il punto di partenza. Ogni vita è una storia straordinaria che vale la pena raccontare. E partendo da questa visione risulta chiaro che nessuno può minare la nostra fiducia tranne noi stessi. Siamo gli unici che possiamo decidere di non dare valore all’esperienza vissuta, alla nostra vita, alle nostre storie. Partiamo da qui, allora, da questa consapevolezza.